venerdì 1 aprile 2011

IL PESCE D’APRILE E IL SUO SIMBOLISMO


Una volta al giovedì santo ci si divertiva alle spalle degli ingenui mandandoli a destra e manca in una specie di processione carnascialesca, di “passione dell’idiota”, e nella Domenica d Resurrezione vi era un’altra usanza, nota come risus paschalis e viva nei paesi di lingua tedesca fino all’inizio del secolo scorso. Consisteva in una serie di burle, scherzi, barzellette e pantomine che il celebrante stesso eseguiva all’altare, durante la predica, per far ridere i fedeli. Talvolta questo gioco era accompagnato da danze, canzoni e perfino da grandi mangiate. La predica di Pasqua doveva contenere una storia capace di suscitare il riso, in modo che la chiesa risuonasse di allegre risate per esprimere la gioia cristiana per la resurrezione.
Quell’usanza era probabilmente la cristianizzazione di tradizioni precristiane che collegavano le risate rituali alla fecondità e dunque al rinnovamento segnato dalla primavera, che una volta coincideva con il nuovo anno. Anche nella Bibbia si può rintracciare questo collegamento. Sara, vecchia e sterile, sentendo dall’angelo che avrà un figlio ride incredula: “Ormai da vecchia” esclama “dovrò provare il piacere?”. Al figlio che nasce viene dato non a caso il nome di Isacco che vuol dire “per te ho riso”. Ed è significativo notare come il risus paschalis venisse soprannominato proprio Isacco.
Che queste ipotesi non sano del tutto infondate lo potrebbe confermare anche l’usanza, in alcune cittadine meridionali, come ad esempio a Gallipoli, di segare la Vecchia, ovvero la Quaresima, proprio al mattino della Domenica di Resurrezione a significare la fine del “tempo vecchio”. La Vecchia infatti è un’altra cristianizzazione di una figura pagana che simboleggiava l’anno giunto alla fine nella figura di una decrepita Madre Natura, destinata a essere segata e bruciata e dalle cui ceneri sarebbe rinata, come la fenice, la giovinetta Madre Natura, ovvero il nuovo anno; sicché si potrebbe congetturare che la consuetudine del pesce d’aprile sia nata in occasione del periodo pasquale, inteso come periodo di rinnovamento dell’anno, per poi trasferirsi a una data fissa al 1° aprile: scelto forse perché tradizionalmente era considerato infausto; si pensava infatti che i nati in questo giorno fossero sfortunati, difficili da allevare, destinati a diventare storpi, a morire precocemente, a non combinare nulla di serio e a vivere infelici; e si favoleggiava che gli attrezzi costruiti il 1° aprile avrebbero portato disgrazia a chiunque li usasse. Lo scherzo potrebbe essere un tentativo di esorcizzare con una ingenua ritualità popolare questo giorno infausto.


Ma perché proprio il pesce venne a simbolizzare il 1° aprile? Si sostiene che, essendo il simbolo del Cristo, carnascialescamente avrebbe simboleggiato gli scherzi che si ideavano proprio nel periodo in cui si celebravano la Passione e la Resurrezione. Se questa ipotesi fosse fondata, non ci si dovrebbe stupire del comportamento “irriverente” perché una volta nel Medioevo si svolgevano nelle chiese, alla fine di dicembre, cerimonie grottesche e carnascialesche: valga per tutte la messa dell’Episcopello che la Chiesa riuscì a estirpare totalmente soltanto nel XV secolo.

(tratto da Lunario d Alfredo Cattabiani, Oscar Mondadori)

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