giovedì 16 giugno 2011

Pagine di libri che ci piacciono


Pigro e indifferente, scrollandosi placido lo spazio dalle ali, scuro della propria rotta, l’airone sorvola la chiesa sotto il cielo. Bianco e distante, assorto in se stesso, il cielo copre e scopre senza posa, si muove e si ferma. Un lago? Cancellane le rive! Una montagna? Oh, perfetta… il sole è oro sui suoi fianchi. Scende lungo quella. Poi le felci, o delle piume bianche, per sempre e sempre…
Agognare la verità, aspettarla, distillare faticosamente qualche parola, desiderare per sempre… (un grido si leva a sinistra, un altro a destra. Le ruote stridono dissonanti. Gli omnibus si ammassano bellicosi)… desiderare per sempre… (l’orologio, con dodici rintocchi distinti, proclama che è mezzogiorno; la luce sparge scaglie d’oro; i bambini sciamano)… agognare per sempre la verità. Rossa è la cupola; dagli alberi pendono monete; pennacchi di fumo dai camini; abbaio, urlo, grido di “Ferro da vendere”… e la verità?
Convergenti verso un punto, piedi di uomini e piedi di donne… neri o incrostati d’oro… (questo tempo nebbioso… Zucchero? No, grazie… La repubblica del futuro)… la luce del focolare che dardeggia e tinge di rosso la stanza, salvo le figure nere e i loro occhi lucenti, mentre fuori un furgone scarica. Miss Thingummy beve del tè al suo scrittoio, e la vetrina preserva le pellicce…
Sventolata, lieve come una foglia, ammucchiata agli angoli, soffiata tra le ruote, schizzata d’argento, a segno o non a segno, raccolta, sparsa, sperperata in singole scaglie, spazzata su, giù, lacerata, sprofondata, ricomposta… e la verità?
Ricordare adesso accanto al fuoco sulla bianca lastra di marmo. Parole scaturite da eburnei recessi effondono il proprio nero, fioriscono e penetrano. Caduto il libro; nella fiamma, nel fumo, nelle scintille fugaci… o in viaggio adesso, la lastra di marmo sospesa, minareti giù sotto, e i mari indiani, mentre lo spazio fugge azzurro e le stelle luccicano… la verità? O adesso, appagati della prossimità?
Pigro e indifferente l’airone ritorna; il cielo vela le sue stelle; poi le snuda.

(Virginia Woolf, Lunedì o martedì, tratto da “Tutti i racconti”)

Nessun commento:

Posta un commento