giovedì 7 marzo 2013

Alessandro Pedretta - Forme di vita


 

Tutte queste forme di vita che hanno l’arroganza di credersi insostituibili, indispensabili, che pensano che senza esse crollerebbe tutto questo ammasso succulento che prende il nome di mondo – un mondo che non si ha mai bene chiaro poi cosa sia visto che un monitor, dieci supermercati e il parrucchiere all’angolo vanno bene per il 90% della popolazione. Ora ci hanno insegnato quello che è indispensabile. Phon per asciugare capelli e creme idratanti, il pane surgelato e l’abbonamento a Sky. Fra un po’ ci defrauderanno dei sentimenti. Cose inutili a quanto pare. Perché: già si ride e si piange a comando. Questa mistica collettività del pianto organizzato, della sguaiata risata statale, il merchandising della contentezza: basso livello di tristezza in questa famiglia, aumentiamone la dose, un film adatto prego, non li vogliamo troppo pieni di sé. Quel ragazzo che piange all’angolo della strada, può dar fastidio al pullman di turisti che arriva, dose di allegria, mandate il gruppo di majorette da canale 5. Inondiamo tutte queste menti sbavanti dei propositi giusti, neanche esse sanno quali siamo. Ne devono ancora ciucciare di latte dal seno gonfio di mamma-controllo. Che si credono poi, forse coscienti, forse che abbiano una decisionalità seria per questa vita? Che vadano a pregare, che si cospargano il capo di cenere e a ginocchioni si prostrino sugli scalini di quell’ipermercato! Non c’è tempo da perdere. Il tempo è un flusso continuo che ci sovrasta e le chiacchiere sono a zero.  Asfaltiamo strade rioni foreste interi stati, asfaltiamo queste teste grufolanti asfaltiamo cuori polmoni nervi inutili, siamo i messaggeri dei desideri, vi portiamo nel mondo dei sogni, ecco a voi il Luna Park con calci in culo e la dose di succo proibito. Tutto secondo regole. L’emancipazione delle menti è un progetto a cui stiamo lavorando. Tutti questi mascalzoni che predicano rivoluzioni. Noi siamo la vostra rivoluzione. E la vostra sconfitta. Noi siamo dio e mamma, siamo luce e buio. Non dovete pensare – la mente è fumo senza il nostro indirizzo. Ora si gioca alla domanda della sera: il futuro? Il futuro non esiste. Il futuro è ora. Niente si cambia. Siete raggelati. Credete di credere. Formiche topi scarafaggi – avete futuro come ce l’ha ogni fottuto insetto di questo pianeta.

Tutte queste sequenze diabolicamente uguali.

Il polpettone delle frasi ad effetto. Miasmi di cose ripetute – lo standard di un attacco al cervello.

Oggi prendiamo di mira: i cani rabbiosi che mordono i bambini.

Oggi surfiamo sulle creste omicida di rumeni alcolizzati lungo le autostrade di notte.

Oggi c’è cocaina e droghe sintetiche nell’aggressivo menù del giorno.

Non ci fanno mancare niente per accrescere odio e paura.

La poltrona davanti alla tv è un giaciglio comodo dove poter affastellare dosi di rabbia.

E gli occhi si fan più rossi. Domani sarà bava alla bocca.

Armatevi. Circondate la casa con filo spinato.

Celebrate le veroniche del crick per l’ammaccatura lungo la fiancata brillante della vostra auto tamponata.

Uccidete. Uccidetevi, costantemente. Per certe pratiche si ha bisogno di disciplina e perseveranza.

Per formarsi un ego tagliente serve  un acciarino al mercato del consumo.

La tua idea nuova, oggi è già vecchia. Ne plasmano di continuo, idonee alle tue inclinazioni. Aderenti come guanti sulle dita tese del tuo cervello.

L’odio bisogna pur indirizzarlo, sia mai che prenda la strada sbagliata.

In fondo siamo creature così semplici.

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