venerdì 22 marzo 2013

I RACCONTI DI VENER dì - Monica Fiorentino





Ludovico l’usignolo blu

Autrice: Monica Fiorentino

C’era una volta un giovane usignolo dalle ali blu e gli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Ludovico.
Perduta alla nascita un’ala, l’uccello, con una soltanto, non si era mai perso d’animo, e anche se storpio e malfermo, costretto a nutrirsi solo di semi e tanta, tanta acqua, non aveva mai smesso di cantare, seppur facendolo sui rami bassi come la sua condizione gli imponeva, ugualmente orgoglioso di riempire  con le sue belle note il creato.
“Ma con un’ala sola!”, giungevano di quando in quando le voci degli altri uccelli al suo orecchio. “Una soltanto!”, “Ma non si può guarire?”, “Mai?”
“Ah, no!” replicava lui per tutta risposta, levando in alto il becco sorridente, “ma si può tamponare!” trillava, un passo dietro agli altri, frullando la sua unica ala sana. “E continuare così a cantare!”
“Ma d’inverno i semi scarseggiano, e se tu non ce la dovessi fare a trovarne sulla nuda pietra, e dovessi per questo salire sugli alberi, per cercarne altrove?” e lui frullava la sua unica ala anche dal basso, facendo spallucce.  
“Ma sulla roccia come si fa a vivere?”, “In cielo non ci sali proprio mai?”, “Non ti manca?” e lui per tutta risposta cantava facendo risplendere col suo cinguettio il creato.
“Alla festa della primavera, mi sembra, non sia mai stato invitato”, e lui annuendo si destreggiava in gorgheggi ancora più brillanti. “E come potrebbe mai riuscire ad arrivarci?”, “Ludo?!” ,“Sarebbe un viaggio troppo lungo per lui!”, “Dovrebbe fermarsi troppo di frequente per dissetarsi!”, “Ma proprio tanta acqua?”, “E poi come farebbe ad affrontare un volo così lungo?”
E lui cantava a quelle parole ancora più forte, aprendo l’alba, giungendo con le sue note fin nel cielo, lassù, in alto, in alto, oltre le nuvole, l’azzurro, fra i veli dell’aurora, con la sua voce: melodia d’amore, d’impareggiabile bellezza.


Monica Fiorentino ci regala un’altra, delicata immagine naturale, delicata ma nient’affatto “irreale”. Al contrario, questa giovane autrice sa e vuole descrivere i dolori, le difficoltà, i problemi di un mondo spesso enigmatico, in cui i “perché?” restano domande senza risposta. In questi casi, è forse l’accettazione l’unica strada percorribile, perché l’unica che in qualche modo permette di andare oltre il punto di domanda.
Accettazione fatta propria dal protagonista del racconto, quel Ludovico così ben descritto da Monica Fiorentino nella sua “calma ostinazione” di voler andare oltre tutte le difficoltà oggettive della sua quotidianità, così accuratamente sottolineate da chi non le vive. È un crescendo, questo racconto, con la brillante chiusa della bellezza del canto, evidentemente non notato da chi è troppo preso per sottolineare le mancanze.
Una nuova efficacissima metafora, da trasportare pari pari nel mondo degli esseri umani.

Della stessa autrice: Rebecca l'allodola bianca

Per contattare l’autrice: angelo.dicarta@libero.it
 

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1 commento:

  1. Scrivere "C'era una volta..." è già una dichiarazione di voler intraprendere il trascurato iter della favola etica. E' da incoraggiare questo semplice melodico canto che ci fa volare, sulle ali della speranza, da un passato ad un futuro migliore!

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