Giorgio Polykratis, “Madre e figlio”
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Supplica
È difficile
dire con parole di figlio
ciò a cui
nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la
sola al mondo che sa, del mio cuore
ciò che è
stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo
devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei
insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine
la vita che mi hai data.
E non
voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore,
dell’amore di corpi senz’anima.
Perché l’anima
è in te, sei tu, ma tu
sei mia
madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato
l’infanzia schiavo di questo senso
alto,
irrimediabile, di un impegno immenso.
Eri l’unico
modo per sentire la vita,
l’unica
tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo;
ed è la confusione
d’una vita
rinata fuori della ragione.
Ti
supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui,
solo, con te, in un futuro aprile…
Pier Paolo
Pasolini
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