Ecco la recensione critica che Salvatore Buonocore ha dedicato al
romanzo storico “Nilo da Rossano – Prima
uomo poi santo” di Luigi Godino, letta durante la presentazione di venerdì
scorso presso la Libreria L’ArgoLibro ad Agropoli (SA). Qui trovate le foto
dell’incontro.
Ricordo con viva emozione un incontro
che feci alcuni anni or sono in un contesto che mai avrei immaginato mi portasse
a scoprire una bellezza tanto grande da non poter essere dimenticata per la
restante e considerevole parte del mio percorso. Era uno di quegli ambienti
formali e formalizzati, senza troppo successo in vero, pieni di polvere e
chiacchiere, dove ognuno concerta attivamente con il proprio ombelico ed è
abituato ad affezionarsi per lo più al metro quadrato di suolo che calpesta. In
questo panorama, un bel giorno, fu luce, egli era luce. Da quel momento
cambiarono molte cose e molte situazioni, seppur invisibilmente, ebbero di
nuovo vita.
Ogni volta che rifletto sui Santi, non
posso che sentire un brivido di qualcosa che mi scorre i pensieri e la pelle ed
un lampo di autentico sollievo che illumina qualsiasi situazione mi trovi a
vivere, ardua e gioiosa che sia. Loro lo hanno già fatto. Qualunque stranezza
abbracci la mia vita, qualunque incomprensibilità, è parte di un percorso che
tanti fratelli hanno già fatto. E hanno vinto la guerra, non da soli, certo. Il
Nemico è caduto e la bandiera amica da giorni, anni, secoli, millenni svetta
alta e fiera sulla mia vita. Indipendentemente dal Credo personale di ciascuno,
leggere la vita di persone che hanno vissuto con un obiettivo reale grande e
con gioia autentica, penso possa essere un'esperienza edificante.
Conoscere i Santi, per quello che sono
per me, ha il grande vantaggio di assimilare linfa pura e rigenerante su una
strada già battuta da persone che attendono di potermi dare il braccio per
camminare insieme, ben sapendo dove posare i piedi, quali svincoli evitare
senza indugi e quali imboccare senza paura.
Al contrario, camminando da solo, sento che il rischio più grande
sarebbe sicuramente quello di non sapere se la via presa è maestra o villana.
Camminare, in fin dei conti, non basta e cadere o perdersi ogni tanto può anche
aiutare, basta sapere a chi chiedere informazioni.
Oggi per me è un giorno bello. Sento
una freschezza particolare che mi accompagna e sono grato sia a Milena e
Francesco che hanno accettato che io, indegnamente, mi accostassi ad un'opera
tanto bella, che a Luigi Godino, che ci regala il racconto di una vita
vittoriosa, quella dell'amico calabrese Nicola, di Rossano, attualmente in
provincia di Cosenza, creato Nilo dopo la comprensione del progetto grandioso
di Dio su di sé. La letteratura biografica degli ultimi secoli, trattando di
uomini Santi, vuoi per il grandissimo senso di rispetto ed ossequio che le
persone nutrivano per i fratelli vittoriosi, vuoi per il coinvolgimento emotivo
di chi scriveva, presentava un'immagine del "santarello" di turno
piuttosto grave e solenne ed inoltre sembrava che il personaggio fosse nato già
con l'aureola inchiodata in fronte...per la serie "se non la vuoi,
senti". Questa modalità espressiva, soprattutto con il senno (poco !!) di
oggi, in vero, risulta un po' stretta, accostandosi all'umanità indiscussa di
ogni essere, per l'appunto, umano e poi appiana il merito di un uomo che santo
ci è divenuto non senza tribolazioni. Oltre questo, comunica ai malcapitati
lettori che se quando sono nati nessun fenomeno prodigioso ha fatto intendere
al parentado accorso un extra-ordinario compiacimento di Nostro Signore, che se
nel corso della loro vita non hanno fatto almeno una trentina di miracoli e che
se non si flagellano regolarmente martedì e venerdì, allora di diventare Santi
qui non se ne parla. Luigi Godino, invece, ha le idee chiare e quindi già dal
titolo ha tolto ogni dubbio sulla faccenda: San Nilo era "prima Uomo, poi
Santo", che ha sofferto, gioito, si è perso, ha avuto paura e ha chiesto
le giuste informazioni, tornando a
camminare, per poi correre sempre di più. San Paolo, Sant'Agostino e Santa
Maria Maddalena approvano con soddisfazione.
Avendo ricevuto il dono di leggere
questo romanzo prima di alcune persone, mio desiderio è stato quello di
ricavarmi il tempo necessario a conoscere questo personaggio a me poco noto,
attraverso l'esperienza dell'autore. Ammetto in questa sede un mio difetto:
sono un amante della retorica, intesa nella sua accezione originaria ed un
tantino personalizzata. In realtà, forse, difetto non è. Potrebbe trattarsi più
che altro di una affezione nei confronti della sensualità di parole, per così
dire, fluenti e ammiccanti. Se un discorso non fluisce, suona e canta
piacevolmente, non ha bei disegni, colori, eleganza, non mi accompagna a
leggere, in genere non mi piace. Se poi, fra lazzi, frizzi e orpelli, seppur
strizzando, dalle parole non esce niente di tangibile, il tutto può anche
essere piacevole, ma di certo sarà inutile.
Il romanzo di Luigi è fluido, come
l'aria, la stessa che Nicola respirava a Rossano nel decimo secolo, forse perché quell'aria, ammodernata
ma in fondo sempre uguale, il nostro autore l'ha respirata tante volte. E non è
detto che l'aria sia sempre facile da digerire, anzi. Quando tira vento e piove
sono fatti tuoi. Il romanzo di Luigi ammicca, eccome se ammicca, ma lo fa
amichevolmente, come un vecchio monaco basiliano saggio, che ti sa amare e
vuole vederti camminare, andare avanti. Le pagine trasudano fatica e sostanza,
quella che ha inumidito la fronte di Luigi per chissà quanto tempo, fra
ricerche, archivi, studio, polvere e ricostruzione di fatti e personaggi che
hanno rischiato di perdersi. Grazie, caro autore, questo servizio è per noi.
Andando
avanti sembra che il paesaggio boscoso si apra attorno al lettore, che il
muschio cresca davvero rivolto a nord e che i ruscelli scorrano e presenze di
un tempo povero, arduo e genuino si presentino ad arricchire quei momenti ed un
senso di ammirazione si fa strada nei sentimenti e nelle sensazioni,
rinnovandosi di pagina in pagina. Mentre leggo ho voglia di acqua fresca,
magari insieme a Nicola e m'interrogo sui miei desideri. Cosa desidero io ?
Cosa mi muove ? Domande difficili e risposte scomode. Nicola mi aiuterà.
Luigi
non ha scritto un libro lungo, non può ammettere di annoiare, non fosse solo
per il pregio del lavoro fatto, ma il nostro Nilo non è vissuto per annoiare e
noi dobbiamo arrivare all'ultimo rigo con qualcosa nel cuore, altrimenti il
tutto passa come quella che sarebbe potuta essere una buona occasione. Questa è
la storia della vita di un uomo e come tutte le storie reali ha un inizio ed
una fine, senza fronzoli inutili. La mia vita ha fronzoli inutili ? Domande
difficili e risposte scomode. Nicola mi aiuterà.
In
sintesi, non racconto niente di questa storia, perché ve la dovete guadagnare
parola per parola, però ciò che di quest'opera mi ha colpito di più è che
dietro al romanzo, che con maestria tesse una bellissima tela artistica, c'è
una vita che, seppur lontana nel tempo, è sempre fresca, vittoriosa, piena
della stessa luce di un incontro che dona nuovamente vita e che parla di un
uomo che non è morto, anzi, la vita di un uomo che, come molti altri di oggi e
di ieri, ha scoperto di essere "nato per non morire mai più[1]".
Ne sono sicuro, Nicola ci aiuterà.
Grazie Luigi.
Salvatore Buonocore
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