lunedì 1 giugno 2015

"Nilo da Rossano": la recensione di Salvatore Buonocore


Ecco la recensione critica che Salvatore Buonocore ha dedicato al romanzo storico “Nilo da  Rossano – Prima uomo poi santo” di Luigi Godino, letta durante la presentazione di venerdì scorso presso la Libreria L’ArgoLibro ad Agropoli (SA). Qui trovate le foto dell’incontro.

Ricordo con viva emozione un incontro che feci alcuni anni or sono in un contesto che mai avrei immaginato mi portasse a scoprire una bellezza tanto grande da non poter essere dimenticata per la restante e considerevole parte del mio percorso. Era uno di quegli ambienti formali e formalizzati, senza troppo successo in vero, pieni di polvere e chiacchiere, dove ognuno concerta attivamente con il proprio ombelico ed è abituato ad affezionarsi per lo più al metro quadrato di suolo che calpesta. In questo panorama, un bel giorno, fu luce, egli era luce. Da quel momento cambiarono molte cose e molte situazioni, seppur invisibilmente, ebbero di nuovo vita.
Ogni volta che rifletto sui Santi, non posso che sentire un brivido di qualcosa che mi scorre i pensieri e la pelle ed un lampo di autentico sollievo che illumina qualsiasi situazione mi trovi a vivere, ardua e gioiosa che sia. Loro lo hanno già fatto. Qualunque stranezza abbracci la mia vita, qualunque incomprensibilità, è parte di un percorso che tanti fratelli hanno già fatto. E hanno vinto la guerra, non da soli, certo. Il Nemico è caduto e la bandiera amica da giorni, anni, secoli, millenni svetta alta e fiera sulla mia vita. Indipendentemente dal Credo personale di ciascuno, leggere la vita di persone che hanno vissuto con un obiettivo reale grande e con gioia autentica, penso possa essere un'esperienza edificante.
Conoscere i Santi, per quello che sono per me, ha il grande vantaggio di assimilare linfa pura e rigenerante su una strada già battuta da persone che attendono di potermi dare il braccio per camminare insieme, ben sapendo dove posare i piedi, quali svincoli evitare senza indugi e quali imboccare senza paura.  Al contrario, camminando da solo, sento che il rischio più grande sarebbe sicuramente quello di non sapere se la via presa è maestra o villana. Camminare, in fin dei conti, non basta e cadere o perdersi ogni tanto può anche aiutare, basta sapere a chi chiedere informazioni.
Oggi per me è un giorno bello. Sento una freschezza particolare che mi accompagna e sono grato sia a Milena e Francesco che hanno accettato che io, indegnamente, mi accostassi ad un'opera tanto bella, che a Luigi Godino, che ci regala il racconto di una vita vittoriosa, quella dell'amico calabrese Nicola, di Rossano, attualmente in provincia di Cosenza, creato Nilo dopo la comprensione del progetto grandioso di Dio su di sé. La letteratura biografica degli ultimi secoli, trattando di uomini Santi, vuoi per il grandissimo senso di rispetto ed ossequio che le persone nutrivano per i fratelli vittoriosi, vuoi per il coinvolgimento emotivo di chi scriveva, presentava un'immagine del "santarello" di turno piuttosto grave e solenne ed inoltre sembrava che il personaggio fosse nato già con l'aureola inchiodata in fronte...per la serie "se non la vuoi, senti". Questa modalità espressiva, soprattutto con il senno (poco !!) di oggi, in vero, risulta un po' stretta, accostandosi all'umanità indiscussa di ogni essere, per l'appunto, umano e poi appiana il merito di un uomo che santo ci è divenuto non senza tribolazioni. Oltre questo, comunica ai malcapitati lettori che se quando sono nati nessun fenomeno prodigioso ha fatto intendere al parentado accorso un extra-ordinario compiacimento di Nostro Signore, che se nel corso della loro vita non hanno fatto almeno una trentina di miracoli e che se non si flagellano regolarmente martedì e venerdì, allora di diventare Santi qui non se ne parla. Luigi Godino, invece, ha le idee chiare e quindi già dal titolo ha tolto ogni dubbio sulla faccenda: San Nilo era "prima Uomo, poi Santo", che ha sofferto, gioito, si è perso, ha avuto paura e ha chiesto le giuste  informazioni, tornando a camminare, per poi correre sempre di più. San Paolo, Sant'Agostino e Santa Maria Maddalena approvano con soddisfazione.
Avendo ricevuto il dono di leggere questo romanzo prima di alcune persone, mio desiderio è stato quello di ricavarmi il tempo necessario a conoscere questo personaggio a me poco noto, attraverso l'esperienza dell'autore. Ammetto in questa sede un mio difetto: sono un amante della retorica, intesa nella sua accezione originaria ed un tantino personalizzata. In realtà, forse, difetto non è. Potrebbe trattarsi più che altro di una affezione nei confronti della sensualità di parole, per così dire, fluenti e ammiccanti. Se un discorso non fluisce, suona e canta piacevolmente, non ha bei disegni, colori, eleganza, non mi accompagna a leggere, in genere non mi piace. Se poi, fra lazzi, frizzi e orpelli, seppur strizzando, dalle parole non esce niente di tangibile, il tutto può anche essere piacevole, ma di certo sarà inutile.
Il romanzo di Luigi è fluido, come l'aria, la stessa che Nicola respirava a Rossano nel decimo secolo, forse perché quell'aria, ammodernata ma in fondo sempre uguale, il nostro autore l'ha respirata tante volte. E non è detto che l'aria sia sempre facile da digerire, anzi. Quando tira vento e piove sono fatti tuoi. Il romanzo di Luigi ammicca, eccome se ammicca, ma lo fa amichevolmente, come un vecchio monaco basiliano saggio, che ti sa amare e vuole vederti camminare, andare avanti. Le pagine trasudano fatica e sostanza, quella che ha inumidito la fronte di Luigi per chissà quanto tempo, fra ricerche, archivi, studio, polvere e ricostruzione di fatti e personaggi che hanno rischiato di perdersi. Grazie, caro autore, questo servizio è per noi.
Andando avanti sembra che il paesaggio boscoso si apra attorno al lettore, che il muschio cresca davvero rivolto a nord e che i ruscelli scorrano e presenze di un tempo povero, arduo e genuino si presentino ad arricchire quei momenti ed un senso di ammirazione si fa strada nei sentimenti e nelle sensazioni, rinnovandosi di pagina in pagina. Mentre leggo ho voglia di acqua fresca, magari insieme a Nicola e m'interrogo sui miei desideri. Cosa desidero io ? Cosa mi muove ? Domande difficili e risposte scomode. Nicola mi aiuterà.
Luigi non ha scritto un libro lungo, non può ammettere di annoiare, non fosse solo per il pregio del lavoro fatto, ma il nostro Nilo non è vissuto per annoiare e noi dobbiamo arrivare all'ultimo rigo con qualcosa nel cuore, altrimenti il tutto passa come quella che sarebbe potuta essere una buona occasione. Questa è la storia della vita di un uomo e come tutte le storie reali ha un inizio ed una fine, senza fronzoli inutili. La mia vita ha fronzoli inutili ? Domande difficili e risposte scomode. Nicola mi aiuterà.
In sintesi, non racconto niente di questa storia, perché ve la dovete guadagnare parola per parola, però ciò che di quest'opera mi ha colpito di più è che dietro al romanzo, che con maestria tesse una bellissima tela artistica, c'è una vita che, seppur lontana nel tempo, è sempre fresca, vittoriosa, piena della stessa luce di un incontro che dona nuovamente vita e che parla di un uomo che non è morto, anzi, la vita di un uomo che, come molti altri di oggi e di ieri, ha scoperto di essere "nato per non morire mai più[1]". Ne sono sicuro, Nicola ci aiuterà.
Grazie Luigi.
Salvatore Buonocore







[1] Citazione dal libro di Simone Troisi e Cristiana Paccini "Siamo nati e non moriremo mai più - Storia di Chiara Corbella Petrillo". Edizioni Porziuncola, 2013.


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