venerdì 8 luglio 2016

I RACCONTI DI VENERdì - Elisabetta Mattioli


George
  
George amava il luogo dove viveva: era un posto tranquillo, l’enorme castello si trovava nella campagna inglese, lontano dai rumori molesti della città, unito al caos automobilistico, odiava la nuvola puzzolente proveniente dai gas di scarico, esattamente come detestava il vociare dei bambini, che con il passare degli anni era peggiorato.
Ormai la maleducazione regnava sovrana, le madri lavoravano tutto il giorno, non avevano voglia di impartire alcuna regola, al contrario lasciavano ogni responsabilità a baby sitter  incapaci di ricoprire quel ruolo. Per non parlare degli insegnanti! La loro occupazione consisteva nel far arrivare la fine del mese per prendere lo stipendio; nella maggior parte dei casi erano inadeguate, troppo giovani, con poca esperienza ed incapacità di reagire. Purtroppo, adottando un simile comportamento, non potevano essere ad esempio oppure utili agli alunni, e il risultato finale era ben sotto alle aspettative.
Invece, i vecchi tempi erano diversi! (Ripeteva volentieri il caro George), pensava al saggio precettore, l’uomo al quale doveva la cultura, l’educazione ed anche l’alto senso del dovere!
Il 1.700, era il suo secolo preferito, sotto ogni punto di vista! Alle soglie del Duemila gli mancava sempre di più, voleva solamente lasciare del tutto l’adorata Inghilterra, abbandonando quell’antico maniero, raggiungendo in via definitiva gli importanti Avi. Non tollerava nella maniera più assoluta il continuo decadimento della società moderna, gli bastava vedere le scolaresche in visita, un paio di volte alla settimana, per farsi venire l’orticaria!
Non aveva la pelle da quasi duecentoquarant’ anni, ma l’atteggiamento debosciato dei piccoli esseri umani lo metteva K. O. … pregava ogni notte di essere portato “all’altro mondo” a tempo indeterminato (un termine che aveva sentito spesso, negli ultimi cinquant’anni), ma, con sua somma sofferenza, questo non accadeva mai, e continuava ad essere “imprigionato” in casa sua.
Forse non l’avete ancora compreso, ma George era un fantasma!
In realtà si chiamava: Lord George Cedric, Duca di Canterbury. La sua famiglia era di alto lignaggio, fu educato dal migliore maestro dell’epoca; fin dall’adolescenza mostrò di essere intelligente, osservatore e buon conversatore, frequentò i salotti importanti, all’età di vent’anni, la maggior parte delle fanciulle da marito (e non) erano innamorate, affascinate o quanto meno attratte da lui, ma il giovane Duca non poteva essere considerato preda facile. Cadeva difficilmente nella rete femminile, prima di rimanervi imbrigliato ci rifletteva parecchio tempo (anche troppo); dopo aver ottenuto una certa sicurezza, scivolava nelle braccia della donna seduttrice per un tempo imprecisato, anche se di solito erano tre mesi. Trascorso quel periodo, volgeva l’attenzione verso l’ennesima presenza femminile. Il bel Duca era così, tremendamente volitivo, amante del gentil sesso, alla continua scoperta di terre inesplorate. Infine… si annoiava facilmente, gli risultava ostico rimanere accanto alla stessa persona per oltre novanta giorni.
Purtroppo, un “brutto” giorno, il bizzarro fato gli fece scacco matto!
George era impegnato in una battuta di caccia; il cavallo decise di scrivere la parola fine alla folle corsa, fermandosi improvvisamente, provocandogli una rovinosa caduta a terra. Il cavaliere rimase ferito nell’orgoglio, la situazione precipitò nel momento in cui udì alcune risa di scherno, voltò lo sguardo verso l’alto ed incrociò gli occhi cerulei di colei che l’avrebbe rovinato. Era diversa rispetto alle altre nobildonne: parlava con tono suadente ma deciso, raffinata nei modi, mai volgare, vestiva in maniera elegante, sapeva cavalcare come fosse una valchiria e, sotto le lenzuola, era la più appassionata tra le amanti; non solo si “concedeva” senza troppe riserve, ma accantonava il minimo pudore, approvando ogni fantasia, oltre a proporne in varie occasioni.
Si ribellava solo in un’unica occasione… quando l’uomo le proponeva di accogliere nel loro letto alcuni amici fidati. In tale caso, Lady Catherine cambiava atteggiamento, l’iride diventava blu scuro, scuoteva la testa, negava le grazie al Duca ma lui non si arrendeva, continuava a chiederglielo.
La situazione precipitò una notte di plenilunio…
George si presentò nella Dimora di lei senza preavviso, nella stanza era buio, si spogliò ed entrò nudo nel talamo: ebbe una spiacevole sorpresa, al posto di  Lady Catherine  c’era il consorte dell’amata, che non gli diede il tempo di reagire, l’uccise con il pugnale appoggiato sopra al comodino.
Lady Catherine fu bandita dall’Inghilterra, mentre al funerale del Duca pianse mezza Nazione.
Trascorsi due secoli e oltre, voleva solo “trapassare” interamente, ma una fredda mattinata invernale udì dei passi sconosciuti: appartenevano all’ennesima insegnante noiosa. Quando la vide fu colto da un tuffo al cuore: era la copia “vivente” della splendida nobildonna.
Da quel giorno, il fantasma “George” amò terribilmente la Società moderna…


Facciamo un tuffo nel passato, con questo nuovo racconto di Elisabetta Mattioli, che ci descrive anni cronologicamente lontani… ma vicini nella descrizione di “vizi e virtù” che appartengono al genere umano di ieri, di oggi e di domani, ricordandoci, così, che “i bei tempi di una volta” non ci sono mai stati, se non nell’immaginario collettivo.
È sempre affascinante, nei racconti di Elisabetta Mattioli, il connubio reale-irreale, palpabile-impalpabile, materiale-immateriale; l’autrice sa trattare questi temi porgendoli con leggerezza e “gioco”, mentre il lettore scorre piacevolmente e contemporaneamente le parole scritte e le immagini che si formano davanti agli occhi. In altre parole, questi racconti si trasformano istantaneamente in immagini in movimento, grazie alla rara bravura dell’autrice.

Per contattare l’autrice:  elyamatty@gmail.com

Della stessa autrice:  Aysha

Scrivi racconti brevi? Questo è il concorso giusto per te. Leggi il bando del concorso


Nessun commento:

Posta un commento