La carezza della rugiada
Stille di non-vita infrangono un volto non più umano.
Precipitano giù, giù per le incisioni del tempo,
troppo fragili per trattenerne l’impetuosità,
troppo umane per supplicare pietà.
Conficcate nell’avido suolo dell’avidità,
ne bramano il ventre,
ne corteggiano voluttuosamente
l’algido sospiro della fine.
Ma nell’abbraccio di una parola appena sussurrata,
nel corposo sapore di una mano appena sfiorata,
nella fulgidezza abbagliante di uno sguardo
ebbro di tutti i colori del mondo,
l’incantamento fatale si infrange.
Umiliata è l’impetuosità dei torrenti deturpanti
l’umanità di quel volto,
esorcizzata dallo scintillio primaverile della
rugiada,
che su quel volto si posa
e lievemente accarezza il respiro del domani…
La scrittura poetica di Elena Carmela Giacobbe è ricercata,
affascina il lettore e lo riporta in un mondo in cui l’attenzione è – finalmente!
– capace di soffermarsi sul particolare rivelatore che fa comprendere l’insieme
della scena che chi scrive vuole mostrare.
I versi compongono una particolarissima
atmosfera, nella quale la sensualità sposa lo sguardo allargato, la delicatezza
richiama un “senso” da ricercare.
Elena Carmela Giacobbe conosce il
valore del singolo gesto, dell’istante che tutto in sé concentra, e –
bravissima artista della parola scritta – ci fa partecipi della passionalità,
dello “scintillio”, del domani che diventa oggi.
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